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Del chiosco

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Per quanto provi a battere le palpebre

gli occhi non vincono la sonnolenza

e una frase quale “Dormo in piedi

come un cavallo” è uno stato di forma. 

Inoltre, il bancone accetta i gomiti 

poggiati sul suo livore. L’attesa

si acquatta dove beccano i piccioni.

 

L’uomo ha messo l’anima nel distributore 

nel quale il ghiaccio giubila lo sciroppo.

L’anima è il fossile che sopravvive 

alle intenzioni dei bicchieri. Ma l’anima 

parla da saputella del vigore. Per il distributore 

ci vuoleva fegato: l’inedia non è la danza

dell’acqua liberata dall’attitude al freddo.

 

L’uomo conta e stima i cestini, sacrari 

del monouso. Resi delle secche labbra

che per altra via contaminano l’ambiente:

oggi, cinque o sei, lo hanno messo 

al centro della sete e del ristoro conveniente

ma più che il mantesino immacolato 

l’anno va in bianco da più di un mese.

 

I polmoni pompano il calore in circolo. 

Sangue che dovrebbe bollire ma gela

all’ombre del chiosco. Lui pensa che il sole 

aumenti l’attrazione, benché la massa 

nella rotonda sia ridotta, e che induca 

al doppio gioco tra desiderio di spegnere 

la sete con le tasche lise e l’acqua pubblica. 

 

Pensa di doversi occupare della fontanella

e si apposta disteso.

 

 Dereck Louvrilanmè - 01/09/2021 11:47:00 [ leggi altri commenti di Dereck Louvrilanmè » ]

Grazie (ma meriti molto più che questo...)

 Fabrizio Giulietti - 30/08/2021 11:17:00 [ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]

molto bella e singolare...

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